martedì 29 settembre 2009

Io avevo una pietra

Io avevo una pietra
e questa pietra aveva un orizzonte
e l'orizzonte un desiderio
di spaccarsi, di fendersi
in melagrane,
in bianchi muri di calce
secondo un disegno che era
il disegno della mia morte.

E' con la propria morte
che bisogna abitare
la propria morte accertare
come la vuota ombra
d'un cane bianco, ritagliato
nella carta velina
che parte e torna
dai suoi viaggi nel nulla
e quelle corse, quel muso
alzato verso di noi
creano una tenerezza.

Ma ormai
senz'ombra
senza pietra come
come farò a sapere
dove sono, fino a che punto sono morto
o vivo
le cose da lasciare
e quelle da prendere.
E' la caverna, è la caverna.
E' la caverna dell'uomo
che ha i pantaloni stirati.
Ma i ginocchi celesti dell'infanzia
scorticati, gloriosamente piagati
quale vecchio pallone
incalzano, gonfiano con la pompa
da bicicletta, attenti
a prevederne ogni rimbalzo falso?

E ancora:
quand'è che è cominciato tutto questo?

Aprile 1960

Vittorio Bodini, "Tutte le poesie"

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