mercoledì 30 settembre 2009

OGNI GIORNO DIO MANGIA ME

Ogni giorno Dio mangia me.
Devo dirlo alle scale dopo la porta
- devo dirlo come l'ho pensato -
che sono io la Sua comuneunione di fame
la nube della non conoscenza.
Devo dirlo come l'ho pensato
a quelle che hanno della pioggia la lesione più grave
le scale mediche che battono tosse secca a terra
che non c'è altro di piovano
se non questo sangue medicamentoso che scende
a bocca aperta a anche su me.
Ogni giorno Dio mangia me – te -
i nostri corpi a lunga conservazione
dove la vita è una quantità di latte
se non viene afferrata per la carne tutt'intorno alla carne
- dirlo come l'ho pensato -
usa le mani
usa i buchi di Te
prima che i morti lesti penetrino dallo zerbino
i loro accenti infetti
entrino azzurri come gas nei cibi dei piccoli amen

- Da quale organo verrò spezzata? -

E non c'è altro di piovano
in questa stanza a scale che scroscia
se non il Tuo sangue tutto in torno alla nube
- da quale parte di me? -
Ogni giorno Dio mangia
mi afferra la carne tutta intorno alla carne

ti afferro la carne tutta intorno alla carne
perché niente si arrende nei morti

come le mani.

Tiziana Cera Rosco, "Lluvia"

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