martedì 23 settembre 2008

La maschera



"Tògli quella maschera d'oro ardente
Con gli occhi di smeraldo".
"oh no, mio caro, tu vuoi permetterti
Di scoprire se i cuori sian selvaggi o saggi,
Benché non freddi".

"volevo solo scoprire quel che c'è da scoprire,
Amore o inganno".
"fu la maschera ad attrarre tua mente
E poi a farti battere il cuore,
Non quel che c'è dietro".

"ma io debbo indagare per sapere
Se tu mi sia nemica".
oh no, mio caro, lascia andar tutto questo;
Che importa, purché ci sia fuoco
In te, in me?

by William Butler Yeats


Vurria salì 'incil'a se putess
pe nna scalett de tremila pass,
vurria ca la scaletta ce rumpess
e 'mbrazz la nenna mij me truess.

Vorrei salire in cielo se potessi
per una scaletta di tremila passi,
vorrei che la scaletta si rompesse
e in bracco alla nenna mia mi trovassi.

(Dialetto del Gargano)

By A. Guiducci, "La donna non e' gente".

lunedì 22 settembre 2008

...fotografia al femminile_www.like-us.eu



Con occhi di terra
ti guardo arrivare
violentando la notte
per venirti a cercare
sette soldi d'argento
ho dovuto pagare
di nascosto alla guardia
per farmi passare
respira con me in questa
larga notte
sussurrami piano
e parla ti prego
ora che i sogni sai
sanno aspettare
balliamo danziamo
con il nostro segreto

Tina vita fragile
sogno sensuale
amore in bianco e nero
che non può più invecchiare
Tina ribelle
che non sa più aspettare
amore in bianco e nero
che non può più invecchiare

Dietro a quel velo
antico sciupato
ora gli occhi socchiudi
che il vento è calato
all'alba col fuoco
scriverò il tuo nome
sul cammino di polvere
per farti tornare

Tina vita fragile
sogno sensuale
amore in bianco e nero
che non può più invecchiare
Tina ribelle
che non sa più aspettare
amore in bianco e nero
che non può più invecchiare

By Cisco.

sabato 20 settembre 2008

donn@@@



Guardo una donna osare,
oso guardare una donna,
guardami che imparo il coraggio,
le gambe e le braccia le sento strane.

Jean Tepperman

giovedì 18 settembre 2008

donn@



C'è un principio buono che ha creato l'ordine, la luce e l'uomo, e un principio cattivo che ha creato il caos, le tenebre e la donna.

Pitagora

domenica 14 settembre 2008

...torta al cioccolato...




Quando mi hanno presa per un braccio. E' in quel momento che tutto ha avuto inizio. Una mano mi ha afferrata forte, poco sotto la spalla. In realtà non ho sentito vero dolore. Cioè, niente che poi abbia lasciato lividi, o graffi, un qualche arrossamento della pelle. Nessun segno, davvero. Però una sensazione precisa e strana. Qualcosa di buio. Un male profondo. Come l'alito d'una bestia crudele. Come una scossa elettrica. Come una puntura velenosa. E' cominciato esattamente allora, mi ricordo bene. Non un minuto prima. Non quando mi hanno legato le mani dietro la schiena. Neppure quando la poliziotta mi ha colpita con un pugno. Mi si è avvicinata e credevo sorridesse, ho pensato: finalmente, una donna. Lei capirà, mi porterà via. Invece le orecchie hanno cominciato a ronzare. Il sapore ferroso del sangue in bocca. Non è stato quando mi hanno portata via, in quell'auto senza sedili. La testa che sbatteva da una curva all'altra. L'aria che mancava. Ma non è stato allora. Posso giurarlo. Perché il male è arrivato dopo. Dopo, quando la macchina è arrivata a Bolzaneto. Dopo, quando mi hanno presa per un braccio.
Valérie Vie è stata la prima a violare la Zona Rossa. La prima ad essere arrestata. La prima a venire accompagnata nel carcere provvisorio genovese. Caserma Nino Bixio, Bolzaneto. Era in cucina, stava preparando una torta al cioccolato per i figli, guardava la televisione. Ha visto quelle grate assurde. E tre giorni più tardi, alle 15.30 di venerdì 20 luglio 2001, una mano l'afferra forte....
Da dove dovrei cominciare? Dalla stretta al braccio, d'accordo. Perché quello è l'inizio di tutto. Ma dopo, dico. Devo raccontare le manganellate. Oppure gli schiaffi, i calci. L'umiliazione di spogliarsi davanti a uomini e donne che ridono di te. Che ti guardano, che scrutano ogni centimetro del tuo corpo, che ti penetrano con i loro occhi. Tu sei nuda, e ti senti così fragile. Sola. E tutto intorno a te è sporco, corrotto, nero. Appoggi i piedi sul pavimento e ti fa schifo, ti spingono da una parte all'altra e ti fa schifo, ti ticono alza braccia, e girati, e allarga le gambe, e accucciati e ti fa schifo. Vorresti solo gettarti a terra, perdere conoscenza. Dormire. E scoprire che era tutto un sogno. Forse potrei parlare di uno, che era finito lì dentro solo per essere identificato. Voleva il suo nome, tutto qui. L'hanno picchiato, l'hanno umiliato. E poi: scusa tanto, è tutto a posto. Puoi andare. Quella è l'uscita. E lui è andato fuori, e non sapeva che fare....

"Bolzaneto. La mattanza della democrazia" di Massimo Calandri

martedì 9 settembre 2008

...io non sono, e tu non sei!



...Eppure, verismo o non verismo la nostra storia mi piacerebbe raccontarla, estrapolare dalla memoria le parti vive e lasciarle avere un senso e un'eternità, anche se tu non sei Sartre e io non sono Simone De beauvoir.


Violet_sea

domenica 7 settembre 2008

stanca anche di te!


<< Ti aspetto.Ti ho aspettato per anni. Ogni volta sei entrato da quella porta, un'altra porta, la stessa. Sempre porte con il numero tatuato sul dorso, cardini oliati o cigolanti, battiscopa lucidati, zigrinati, pieni di polvere.Sei entrato senza bussare, hai bussato, hai sfondato il legno, l'hai preso a calci, picchiettato con le nocche. Ti ho aperto, hai aperto da solo. Eri diverso. Lo stesso. Un altro ancora. Sempre un uomo. Eri alto, eri basso. Avevi gli occhi azzurri, gli occhi scuri, la bocca carnosa, i denti bianchi, avevi la dentiera, avevi venticinque anni, ne avevi cinquanta, trentasette. I tuoi capelli erano grigi, a volte biondi, castani, avevi il cranio rasato a zero. Eri un uomo. E io ti amavo. Ti aspettavo, ti telefonavo, ti imploravo, ti mentivo. Ridevo di te. Ti prendevo per il culo in segreto. Contavo i tuoi difetti sulla punta delle dita, non ci stavano sulle mani tutte le tue imperfezioni. Eri sempre sbagliato. Sempre giusto. Avevi ragione e avevi torto. Ogni volta, hai voluto mettermi in ginocchio e giocare al marito e alla moglie. Mi hai martoriata con le tu richieste mute, mi hai voluta diversa, uguale a un'altra, simile a un sogno, ragazza da pubblicità, donna in carriera, mi hai voluta piu' magra, con più tette, più grassa, mi hai volutacon l'abbronzatura, mi hai voluta pallida, santa o vestita da puttana. Mi hai travestita. Sporcata. Ripulita.
Mi hai stancata.
Ora basta, esco da questa stanza...tutto il resto lo lascio. Si può fare a meno di tante cose, oramai questo lo so: senza qualcosa, senza molto, senza moltissimo, lo stesso si può sopravvivere. Le funzioni essenziali continuano a compiersi, come nei corpi, che sopravvivono anche mutilati. Mutilati dal di dentro. Mutilati fuori. Il cuore, in qualche modo, continua lo stesso a battere.>>

"Stanza 411", Simona Vinci

@titolo obbligatorio???


Meo e' qui, non sa bene cosa chiedermi, se che gli riempia la ciotola dei croccantini, o se convincermi ad andare a letto. E riesce a farmi sentire in imbarazzo coi suoi okkioni, perche' si chiede perche' mai non vada assieme a lui a fargli compagnia sul lettone dopo avergli messo i croccantini nella ua ciotola personale coi pallini blu. Me lo chiedo anche io per certi versi, mi chiedo cosa mi trattiene ancora davanti a questo schermo con le zanzare odiosissime ad assassinarmi viva...ma gli chiedo di aspettarmi un altro poco, gli supplico guardandolo negli okki, di lasciarmi qui seduta qualche altro minutino.
Che sia arrivato il momento della mia scelta, anzi che quel momento sia anche gia' passato e che come sempre son tanto brava a nascondermi dietro due dita, o tre dita, o un dito semplicemente! Cosa mi terrorizza non lo so ancora...o forse mi sfuggo e basta, e l'arte dello sfuggire la conosco bene...ma queste son solo ferneticazioni febbrili, sara' l'asfissiante odore dello zampirone che sta entrando nelle narici...ma perche' mi ripeto nella mia testa fino all'ossessione? Accarezzo Meo e mi abbandono al tatto morbido e grappoli di pelo mi ricordano che dovrei spazzolarlo piu' spesso.
Via...meritavo che mi scontrassi con la furia del mio istinto quest'oggi, lo meritavo proprio!!! Ma perche' ci si nasconde tutti dalla verita'? ??
...andiamo Meo!
- Miao. -


Violet_sea

mercoledì 3 settembre 2008

...ancora '68



<<...e non è chimera, a parer mio ( ma forse è solo sintomo dell'età) credere in un ideale, e lottare per questo, tentare di, se non cambiare, almeno migliorare lo stato delle cose, o comunque smascherare la corruzione. Farsi sentire.
...Mi sono appassionata da sempre a questo spazio del tempo e, se da un lato me ne sono entusiasmata, dall'altro mi sono anche trovata gettata nel disincanto del mio tempo: piatto, vuoto, caotico, quasi senza sogni, o con sogni senza domani. Mi chiedevo dove andrà a finire la mia generazione e come farà a educare i figli a lottare, a crescere, ad aver fiducia, a credere in qualcosa. E tante volte mi dico: ci vorrebbe un altro '68!...>>


Mario Capanna, "Lettera a mio figlio sul sessantotto"

lunedì 1 settembre 2008

Madrid e mimose fuori stagione



Ascolto un pezzo dei The velvet underground che mi fa da sottofondo, trovo nei loro bassi la spinta per riuscire a scriverti qualcosa. E’ difficile trovare un inizio, un preludio, una frase disinvolta, sono fortemente imbarazzata. Musicare in questo momento sarebbe più facile dello scrivere…
Hai visto che inverno quest’anno? Ci sono gia’ state le mimose in fiore!
Temo davvero per il nostro pianeta, ho letto degli articoli sull’espresso da paura riguardo alla nostra condizione di emissione di anidride carbonica. Ho scoperto fenomeni planetari che ignoravo.
Come stai? Come va? Sai Madrid è stata un’esperienza fantastica, l’avrai capito dai miei messaggi certo. E’ stata una boccata d’ossiggeno non indifferente. La voglia di tornarci per piu’ tempo è una voglia che va al di là del puro e semplice piacere edonistico, e’ un’esigenza più che una voglia perché la Spagna è davvero avanti, straordinariamente contemporanea e come si puo’ non prenderla in considerazione visto i grossi sacrifici che questa nostra canuta italia ci porta noi giovani a fare per sopravvivere. Sfidare la lenta burocrazia, l’incolmabile disoccupazione, l’inossidabile logica gerarchica baronale…ma queste cose le sai già.
Sai ho finalmente visto “Donne sull’orlo di una crisi di nervi” e mi è piaciuto, come tutti i film di Almodovar del resto, e si’mi è piaciuto molto come dicevi tu tempo fa.
Vabbe’, ora ti lascio, non voglio rubarti altro tempo, te ne ho sempre rubato troppo senza pormi domande di sorta se fosse giusto o no. ;)

Violet_sea

Lucertole, ...formiche!


Due lucertole sono sul parapetto che si inseguono, al sole e all'ombra, due formiche paiono baciarsi e poi continuare su percorsi inversi. Quelle lucertole, quelle formiche siamo noi.
Ci inseguiamo al sole e all'ombra, ci baciamo e continuiamo su percorsi inversi, e trasuda il mio bisogno di te, il tuo bisogno di me.
Il nostro rapporto non aveva conosciuto tanta durezza, tanta cattiveria, tanta incomprensione, tanta sofferenza. Tutto questo non ferma il mio amore, ma l'automatismo e la sistematicità indotte dalla quotidianità. Sento la nostra storia immortale e in virtù di questa immortalità sono diventata superba e presuntuosa, molto superba e molto presuntuosa. Mi son sentita forte della tua presenza continua, afferrabile, forte dei tuoi suggerimenti, forte del mio ruolo di amante dal credere di essere arrivata, arrivata al traguardo come vincitrice, e in quanto vincitrice, perfetta, impeccabilmente perfetta; poi son salita sul podio impettita, e guardando in basso, il podio non è il cubo che avevo creduto, ma una vertigine, , lo stesso parapetto delle lucertole e delle formiche. Stare assieme è proprio come camminare su questo parapetto. E' come pattinare sul ghiaccio, si può scivolare da un momento all'altro,e...noi siamo scivolati!... e non avrei mai scommesso che poteva succederci.
Come facciamo? Mi chiedi. Cosa facciamo? Ti chiedo.
Siamo caduti, ed è succsso per volontà nostra e di nessun altro, solo nostra.
...se provassimo? Se provassimo a ridarci la mano?...Diamoci un'altra possibilità...prima di precipitare..............................
Non lasciare la mia forchetta spaiata avrei voluto che mi dicessi, col tuo affetto e il tuo garbo avvolgente, usando una delle tue metafore solite che lasciavano in silenzio...e invece, non l'hai fatto, non l'hai detto.


Violet_sea